Giovedi 21 agosto 2003: una delle più alte autorità religiose dell’Arabia Saudita ha esortato ieri i Musulmani ad evitare l'estremismo e ad evitare ingiustificate jihaad.
In una lunga dichiarazione, il Gran Mufti Sheikh Abdul Aziz Al-Sheikh ha detto ai sauditi di ascoltare le loro autorità religiose e ignorare fanatici interpretazioni dell’ Islaam.
"Uno degli errori dell’ estremismo nella comprensione dell’ Islaam è che alcune persone chiamano alla jihaad per amore di Dio, senza giustificazione" ha detto lo Sheikh Abdul Aziz.
"Queste persone lodano la jihaad per avere sempre piu’ giovani nei loro gruppi e non per combattere per Dio", ha aggiunto.
Come i militanti di Al-Qaeda, leader Osama Bin Laden, che hanno spesso chiamato per la jihaad contro i paesi che considerano "infedeli", come gli Stati Uniti, esortando i loro seguaci a bersagliare interessi occidentali in Arabia Saudita e all'estero.
Altri militanti hanno utilizzato l’ Islaam anche come un grido di raduno per giustificare gli attacchi, sostenendo che era tutto per volontà di Dio.
"I giovani musulmani devono cercare di migliorare se stessi ed il loro paese, ma non con la violenza, perché l’Islaam non è una religione violenta, è una religione di misericordia", ha detto.
"Un musulmano deve comprendere la sua religione. E' dovere dei giovani e dell'intero mondo Musulmano sapere che la violenza non è un modo per realizzare la riforma" ha detto Al-Sheikh.
Il Gran Muftì ha sottolineato che la lotta contro la percezione di un male non dovrebbe portare ad un male maggiore.
"Il Profeta (pace su di lui) ci ha detto di lottare contro il male. Ma vi è una regola generale per esaminare sia i vantaggi che gli svantaggi. E se la lotta contro un male porta ad un male maggiore, allora la lotta è vietata", ha detto.
Il Gran Muftì ha detto che uno dei motivi per cui alcune persone attaccato gli altri è per spavento ed ignoranza.
"L'ignoranza è una malattia mortale, perché una persona pensa che abbia ragione quando invece ha torto", ha detto, sottolineando l'importanza della guida giusta. "Uno dei motivi è anche la diffidenza nei confronti dei nostri studiosi. Le persone hanno il dovere di fidarsi dei propri studiosi e leader", ha detto.
La scorsa settimana, una delle più alte autorità Islaamiche del Regno ha denunciato gli attacchi terroristici avvenuti nel Regno stesso, descrivendoli come "gravi atti criminali", e si è impegnato per il suo pieno sostegno al governo.
"Gli atti di sabotaggio, come bombe, omicidi e distruzioni di proprietà sono reati gravi e un'aggressione nei confronti di persone innocenti ... che riservono una pena severa", ha detto il Consiglio degli Studiosi Islamici in una dichiarazione.
Il diciasettesimo membro del Consiglio, presieduto dal Gran Mufti, ha dichiarato il proprio sostegno per le azioni intraprese dallo Stato per rintracciare i terroristi, nel tentativo di proteggere il paese dalle loro azioni.
Il corpo Islamico ha invitato il popolo saudita a "sostenere i leader e gli studiosi del paese" in questi tempi difficili per la lotta contro i "malvagi".
La dichiarazione "sviati e ignoranti" non è piaciuta a coloro che sostengono che il terrorismo sia parte della jihaad, o guerra santa. Si dice che le persone che offrono rifugio ai presunti militanti stiano commettendo un "peccato grave".
Pubblicato il 22 agosto 2003
da Fatwa-online.com
Tradotto da Um Muhammad al-Mahdi - Turn To Islam